Parole inutili per un post retorico

corsa nel pratoMettere al mondo un figlio oggi, una sfida che fa venire i brividi. Per quello che gli offri, per quello che gli mancherà. Un mondo pieno di brutture strombazzate con poco pudore da giornali e tv. L’insensatezza umana che diventa show, l’arroganza come principale forma di comunicazione. Il razzismo, questa fobia di tutto quello che ha un colore, una forma, un passato, un pensiero diversi. Il sessismo, questa ricerca di parità che il più delle volte è un livellamento verso il basso.

Il denaro idolatrato e quello che manca anche solo per una visita da uno specialista, per rimettersi a posto i denti, per le bollette del gas. Il fraintendimento alla moda di chi ritiene che lo spessore di una persona dipenda dallo spessore del suo portafogli.
Il lavoro di chi si rompe la schiena in condizioni estreme, di chi ne colleziona troppi e lo stesso fatica a far la spesa. Di chi ne cerca almeno uno per dormire sereno la notte. Di chi lavora anche di notte. E i figli li vede quando può, che per provare a offrirgli uno straccio di futuro, si perde il loro presente e quello che stanno diventando.

Le parole vuote, anche queste mie, che fanno rumore ma non fanno i fatti. Che escono facili e non lasciano segni, non portano a nulla. Le lacrime del dopo, l’alibi del raptus di follia che giustifica tutto. L’eterno balletto di chi nasconde la vergogna sotto il vestito della festa.
Bisogna avere un vuoto profondo, dentro, per non vedere tutto questo. Bisogna avere un coraggio enorme, per scegliere di diventare madre nonostante questo. E forse un’incoscienza anche più grande.

Quando guardo i miei figli dormire sereni, coi pugnetti chiusi e il viso rilassato, quando sento quel respiro lento e regolare che ti ci perdi, allora l’ansia mi prende più forte, la paura che la vita gli mostri la sua faccia peggiore.
Ma proprio in quei momenti penso anche che una possibilità dovevo dargliela, di giocarsi la loro partita. E che diventare una buona madre è l’unica sfida che io oggi abbia voglia di raccogliere.

12 pensieri su “Parole inutili per un post retorico

  1. Sai la retorica è quella con cui ce la dobbiamo contare per forza, tanto vale essere il più realisti possibili. Le cose che descrivi sono tute vere che le si metta in poesia o in prosa. Posso immaginare, e crederci (anche se davvero lontanamente perché madre non sono), che di coraggio ce ne voglia un sacco. La cosa che ti fa forte è il fatto che è una scelta che hai voluto con molto amore. E questo credo li proteggerà molto.

    • Esatto. Che poi non è nemmeno una SCELTA. Perché sì, ci pensi a tutte queste cose, ma non te lo CHIEDI davvero, cosa sia giusto: tutte le risposte le hai già. E’ proprio questo che più di tutto mi stupisce e su cui non smetto di riflettere

  2. Tu scrivi. Scrivi. Scrivi.
    Che ormai siamo distanti e voglio sapere tutto dei miei cuginotti dai nomi particolari (un po’ come in tutta la nostra famiglia^^), e se poi anche tu vuoi sapere cosa succede da queste parti, ti lascio il mio spazio.
    Io ti leggo. Tu mi leggi. E siamo tutti contenti (e informati!)
    Un bacione Fio, a te, a Wolverine, a Mele e a Dado, a Gre e al neo-nonno che sono sicura sia super fantastico!

    • il neo nonno in effetti è uno dei più goduti! anche gli zii e i bis-zii non scherzano, eh! Sì, hai ragione, almeno raccontiamoci, vista la distanza -sempre maggiore, per via di quelle fantastiche vagabonde delle mie cugine! Ma dove ti posso leggere io?

  3. “offrirgli uno straccio di futuro, si perde il loro presente e quello che stanno diventando” qui ho tremato…
    ma qui “una possibilità dovevo dargliela, di giocarsi la loro partita” ho sorriso! 🙂

    Le sfide, guardando i propri figli negli occhi, si trasformano in una passeggiata…

  4. proprio cosi’ , quando diventi mamma il futuro di tuo figlio diventa un incognita che pesa, perche’ sai che non potrai incidere su tutto , non potrai proteggerlo da tutto ( forse meglio cosi’), pero’ essere genitori vuol dire questo essere forti di fronte ai dolori che inevitabilemte arriveranno a turbare le vite dei nostri figli cercando di sostenersi ma un passo indietro….

    • sì sì. è proprio quel passo indietro che mi spaventa… io riesco meglio nei balzi in avanti, la mia vera difficoltà è accettare che non si può tenere tutto sotto controllo. anzi, quasi niente, in verità

  5. Ciao fioly, bello leggere il tuo blog e bellissima la conclusione di questo post!
    Come mi ritrovo nelle tue parole: certo, c’è la paura di vedere il mio piccoletto alle prese con le difficoltà e il dolore, ma poi prevale l’incredibile meraviglia di vederlo affrontare con entusiasmo e energia il mondo. E di avere il privilegio di crescergli accanto.
    E allora penso che non potevo far altrimenti e che son davvero fortunata 🙂
    ciao, manu aka mammachemozione
    (lontane e vicine per tanti anni sul lavoro, adesso ci troviamo in rete… ah questi piccoletti come ci cambiano la vita)

    • Eccome se ci cambiano la vita… Più rivoluzionata di così non si potrebbe!

      Perdonami, io sono quasi certa della Manu con cui sto “parlando”, però ti prego di fugare tutti i miei dubbi scrivendomi in privato! (fioly.bocca@gmail.com).
      Ho sbirciato il tuo blog, complimenti!

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